Osservo il vostro caos con la calma di chi ha già smesso di sperare Siete troppo impegnati a sentirvi per accorgervi di quanto suonate uguali Le vostre crisi esistenziali sono esercizi di stile senza sostanza La sofferenza condivisa non vi rende profondi, solo prevedibili Tutta questa introspezione per dire sempre le stesse tre cose L’ego spirituale è l’unico che non mettete mai in discussione Parlate come se foste complessi ma siete solo ripetitivi Il trauma come brand funziona solo finché qualcuno finge di ascoltarvi Vi studierei con interesse se non foste così disperatamente didascalici Nulla di ciò che dite è nuovo, solo detto più lentamente e con più pathos